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Introspective Course
2006
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L’intento di questo album è di descrivere il percorso tortuoso della mente umana che si strazia cercando di rimanere a galla in un “sistema” frenetico ed illusorio.
Attraverso sonorità decise e profonde tento di esprimere quanto detto sopra, passando da un’atmosfera cupa ad una più armoniosa, poiché questo è lo sforzo che l’uomo compie su di sé per ottenere l’ascesa della gioia interiore.
Ho preso ispirazione da un viaggio lungo il Rio Amazonas, dove conobbi un Curandero, che svolse per l’occasione una cerimonia dell’Ayauascha, pianta sacra dalle magiche proprietà (allucenogere), ovvero, come dicono gli sciamani, “il dono di unire il mondo materiale da quello spirituale”.
Ho cercato di sviluppare il CD come due esperienze parallele, di cui una semplicemente un viaggio reale “fisico”, mentre l’altra è un Percorso Introspettivo, dove sporofonda scontrandosi con i suoi incubi e desideri più trascendentali, dimenandosi per nascondere le paure più remote della sua psiche.
E ciò che voglio è farle proprio resuscitare. Per facilitare la descrizione ho creato un personaggio immaginario che compie il suo percorso interiore.
La storia inizia con un qualsiasi cittadino che cammina in una Città caotica (1° brano), ma la sua attenzione viene attratta da un Viandante che suona il flauto in fondo ad un loggiato. La mente del cittadino modello comincia a vorticare in mille pensieri entrando in un disperato tormento esistenziale (2° brano).
In un attimo si sente spaesato, completamente solo in mezzo alla folla.
Osserva gli occhi del vagabondo, essi sono un po’ malinconici ma sereni e senza apparenti legami mondani. A questo punto il cittadino vede tutta la sua vita come aggrappata alla tela di un grosso ragno invisibile che lo lega e lo comanda come un burattunaio con i suoi fili. Dopo aver passato una notte straziante, decide di dare una svolta alla sua vita, di trovare un significato alla sua insulsa esistenza.
Si imbarca su un aereo (3° brano) per affrontare un viaggio in Amazzonia (4° brano), ritmi e sonorità coinvolgono il viaggiatore nella sua ignota meta (5° brano). Da qui si imbatte su uno strano personaggio che si rivela essere un Curandero. Viene quindi ospitato nella sua umile camanna dove vive con la sua famiglia. Durante il soggiorno il Curandero gli consiglia di provare l’esperienza dell’Ayauascha, invitandolo ad andare con lui nella Selva a cercare la misteriosa pianta.
Nella cultura sciamanica ritengono che sia la pianta stessa ad attirare la persona verso di sé (6° brano), poiché la tradizione animistica crede che sia il mondo animale che vegetale e per alcune popolazioni anche mondo minerale, abbiano ognuna di queste un’anima. Quindi, là dove la propria anima non è in buon rapporto con queste entità, può scaturire la malattia o qualsiasi genere di squilibrio.
Il cittadino, durante la ricerca, percepisce il peso dell’immensa vegetazione che lo circonda sentendosi
in profonda distonia nei rapporti con l’ambiente, ogni cosa sembra mostrarsi ostile nei suoi confronti (7° brano). Ma grazie a queste sensazioni il cittadino a mano a mano acquista la consapevolezza che in realtà è soltanto lui ad opporre resistenza al fluire spontaneo della vita stessa.
Piange, si dispera delle sue piccole ed immense colpe, ma come la mitologica Fenice sente che può rinascere dopo il rogo dalle sue stesse ceneri.
Al calare della notte la cerimonia ha inizio (8° brano). Lentamente il canto dello sciamano coinvolge il corpo ed i sensi, le percezioni di sé e dell’ambiente circostante assumono migliaia di sfumature differenti.
Oblii, estasi si mescolano in una profonda euforia emozionale, le paure si materializzano divenendo reali, la realtà invece appare come una bizzarra ed illusoria immagine.
Manie di persecuzioni, Demoni e Angeli appaiono ai sensi del “viaggiatore”, ma con l’aiuto della guida (il Curandero) non viene consentito d’oltrepassare la soglia della pura follia, dove la psiche può dissociarsi definitivamente dalla realtà (soggettiva), poiché, come io ritengo la follia e solo un “postumo” di una grande realtà più superiore, che viene raggiunto da due diverse strade, o da tormento , o da rivelazione, ma ahimè non saputo controllare.
Come in tutte le terapie dopo la sofferenza la mente entra in uno stato quietescenza, si libera dai conflitti e frustrazioni e lo Spirito si Solleva (9° brano). Finalmente dopo una notte di battaglia interiore ginge l’alba (10° brano) il nostro protagonista percepisce ancora i postumi della nottata insonne, i sensi sono ancora leggermente alterati, ma inesorabilmente l’alba illumina il campo di battaglia.
La luce manifesta lo splendore del creato ma l’Ayauascha è lenta da smaltire, luci, colori invadono il paesaggio, facendo ripiombare il viaggiatore in momenti di stati ordalici (11° brano). Finalmente sprofonda nel sonno, anche se i sogni mantengono la mente vigile, fluttuando in altri luoghi, il risveglio è drammatico, una nuova luce illumina il viaggiatore, una nuova coscienza di sé sembra germinare (12° brano), ma, la consapevolezza può portare ancora più frustrazioni e al rientro del suo viaggio percepisce che intorno a lui tutto è un illusione, nel volto delle persone ci sono tante maschere fossilizzate da archetipi condizionati, rituali supportano anime fragili con desideri di ordine, percepisce che la paura e la forma di tutti i mali (13° brano). L’unico pensiero che risolleva le giornate del
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nuovo cittadino è che l’animo di un uomo risiede in un bambino che scopre il mondo per la prima volta, e quindi osservarlo e ricercarlo come il seno della madre.